Intervista all'ex-guardasigilli Diliberto

(Del 27/2/2002 Sezione: Interni Pag. 6)

IL SEGRETARIO DEL PDCI REPLICA ALL´EX SINDACO DI ROMA: "NON PARLIAMO DEL COMPORTAMENTO STRAVAGANTE TENUTO SULLA RAI" Diliberto: non rappresenta più l´alleanza "E´ falso che rallentai la ratifica del trattato con la Svizzera"
ROMA


LA settimana scorsa Oliviero Diliberto ha ritirato i Comunisti italiani dal tavolo decisionale dell´Ulivo puntando il dito contro Rutelli leader "autoreferenziale" e "sganciato dal popolo di centrosinistra". Ieri l´ex candidato premier della coalizione è sbottato: "Appare singolare che faccia il girotondo intorno alla Cassazione chi, come ministro della Giustizia, ha tenuto fermo sul tavolo per almeno un anno l´accordo Italia-Svizzera sulle rogatorie, senza portarlo alla Camera", ha detto in un´intervista proprio alla Stampa. Inutile chiedere a Diliberto quanto è arrabbiato con Rutelli: "Io sono una persona tranquilla, non mi arrabbio mai, men che meno sul piano personale. Siamo impegnati a organizzare la manifestazione del 2 marzo, niente polemiche. Ma l´intera intervista di Rutelli conferma la sua inadeguatezza a rappresentare tutto l´Ulivo".
Cosa risponde alle accuse sulle rogatorie?
"Mi scusi, ma prima di parlare di una questione di cui fanno prova gli atti, vorrei prestare attenzione ai passaggi politici dell´intervista. Rutelli dice di non portare responsabilità delle rogatorie, della legge sul conflitto di interessi, della regolamentazione del sistema televisivo, insomma di tutte le cose che il centrosinistra non ha fatto, perché lui in quegli anni era sindaco di Roma. Lo dice per porsi, un´altra volta, come l´uomo nuovo dell´Ulivo. A me risulta che lui, come tutti noi, ha perso le elezioni politiche, le regionali in Sicilia e in Molise, e le amministrative di novembre. Oggi, in piazza, a fischiare i leader dell´Ulivo ci sono tutti i nostri elettori, mica i comunisti. Mentre invece, quando le manifestazioni sono autoconvocate, hanno straordinario successo. L´indicazione è chiara, e vale anche per Rutelli: ci vuole un percorso democratico per definire la nuova classe dirigente dell´Ulivo. Io il passo indietro necessario l´ho fatto. Lui, no".
Beh, da uno a dieci, sembra che la sua arrabbiatura con Ruletti sia a undici...
"Ma scusi, ha visto la vicenda Rai? Sono state nominate in consiglio d´amministrazione per conto di tutta l´opposizione due persone vicine ai diesse e a Rutelli. A Rutelli, non alla Margherita. La reazione della Quercia è stata equilibrata, Rutelli che ha indicato e ottenuto il posto per un suo uomo protesta. Questo cda della Rai non ci rappresenta, ha detto due minuti dopo. E´ stravagante. A me, e così ad altri segretari di partito dell´Ulivo, non è stata fatta nemmeno una telefonata. Quei due alla Rai non rappresentano l´Ulivo".
E le rogatorie?
"Aspetti. Prima vorrei dire che a Rutelli qualche girotondo farebbe bene. I girotondi hanno un forte valore simbolico, e non sono contro la politica: c´è una nuova società civile, non retorica come quella degli anni Novanta, che chiede politica. Un dirigente politico vero fa come D´Alema: va a prendersi i fischi. Quanto alle rogatorie, Rutelli è male informato. Ho qui le carte. Il disegno di legge di ratifica dell´accordo italo-svizzero, che poi vide l´ostruzionismo del Polo al Senato, fu presentato e approvato alla Camera il primo marzo del 2001, primo firmatario il ministro di competenza, che era Lamberto Dini. Dunque, il governo, con Dini, me e gli altri ministri interessati, ha fatto il proprio dovere. Aggiungo che quando il ddl arrivò in Commissione Esteri io chiesi pubblicamente l´approvazione urgente. E all´epoca si trattava della ratifica di un accordo, niente a che vedere col significato che ha assunto dopo lo stravolgimento operato dal Polo. Se poi Rutelli ha difficoltà d´archivio, può chiedere a Carla Del Ponte che allora era procuratore svizzero. Incontrai lei più volte, e così pure il ministro di Giustizia elvetico".
Resta il fatto che siete sotto attacco tutti i giorni. Ieri un comunicato ufficiale dell´Ulivo ha redarguito il vostro capogruppo.
"Un esempio dell´attuale concezione autoritaria dell´Ulivo. Invece Marco Rizzo ha ragione. Di Pietro ha manifestato disponibilità verso la coalizione, e io gli chiederò di venire alla manifestazione del 2 marzo. Sennò, che facciamo, un Ulivo ad excludendum?