Messaggio spedito il 12-05-2002 a [email protected]

 

Da: "Pietro Campoli" <[email protected]> A: <[email protected]> Oggetto: Messaggio da pcampoli

Data: domenica 12 maggio 2002 18.41                                                                                                           Russi 12-05-2002

Chi scrive e' l'autore delle pagine WEB http://members.xoom.virgilio.it/pcampoli In queste pagine documento parte del lavoro fatto per contribuire alla difesa della legalita' nel nostro Paese. Nelle stesse pagine pubblico una bozza di denuncia che e' mia intenzione ripresentare nuovamente a breve alla Corte di Giustizia di Straburgo perche' non sono disponibile a subire passivamente tutto cio' che sta accadendo in peggio nel nostro Paese sul fronte della legalita' ed oramai anche sul fronte della tutela dei diritti civili e politici di quei cittadini che vogliono essere liberi e non servi al servizio del Padrone. Il 28-04-02 ero a Monteveglio avendo appreso tramite la newsletter di Democrazia e Legalita' della consegna della cittadinanza onorario ad Antonino Caponnetto. Descrivo nelle righe che seguono cio' che mi e' accaduto; oramai sono abituato a subire da parte di chi rappresenta il potere e da parte di chi "tutela" l'ordine pubblico, cio' che mi e' successo a Monteveglio; quanto mi e' accaduto mi sprona ad intensificare l'impegno e lo sforzo che faccio per completare la denuncia a Strasburgo. -

Da pcampoli : cronaca del 28-04-2002 di un piccolo episodio che dimostra come al cittadino semplice non e' permesso l'esercizio del diritto tutelato dall'art. 21 della Costituzione.

Il 30-04-2002 mi sono recato a Monteveglio in occasione della consegna della cittadinanza onoraria al dott. Antonino Caponnetto. Pur essendo un semplice cittadino mi e' stato possbile entrare nella sala consiliare ed ho assistito alla parte finale della cerimonia della consegna della cittadinanza onoraria a Caponnetto. Ho approfittato dell'occasione che mi si offriva per porgere un saluto al dott. Caponnetto a cui ho espresso gratitudine infinita per l'opera svolta come magistrato antimafia ed ho promesso a lui il mio personale impegno in difesa della legalita'; ho salutato la moglie di Caponnetto con cui ho parlato alcune volte al telefono, ho fatto solo un saluto al dott. Borrelli essendo impossibile parlargli perche' era molto assediato e ricercato dalle persone presenti, ho scambiato alcune impressioni sulla attuale situazione del Paese con la moglie del dott. Borrelli che era meno assediata del marito. Ho potuto anche scambiare alcune impressioni con padre Alex Zanottelli a cui ho parlato della sentenza per falsa testimonianza di Berlusconi e della relativa censura. Verso la fine della cerimonia ufficiale e' arrivato l'on. Castagnetti; la sua presenza mi ha subito richiamato alla memoria la mancata ratifica delle rogatorie con la Svizzera possibile fin dal 10-09-1998. Mentre Castagnetti faceva le foto di rito con il sindaco di Monteveglio, con Caponnetto, con Borrelli e con Vittorio Prodi avevo vicino a me un carabiniere, poi qualificatosi come maresciallo, ed ho espresso a lui la mia intenzione di avvicinare Castagnetti per esprimere, in maniera civile ma decisa, il mio disappunto e la mia protesta per la mancata ratifica riguardo le rogatorie durante la precedente legislatura. Il maresciallo, sentite le mie intenzioni , mi ha invitato, in considerazione della giornata di festa in onore di Caponnetto, di desistere dalle mie intenzioni, non essendo "in tema" . Poiche' ho ritenuto un'occasione difficilmente ripetibile per me quella che avevo quel giorno, non ho "ubbidito" al consiglio del maresciallo, ed al termine delle varie foto, all'interno della sala consiliare , mentre l'on. Castagnetti si stava recando verso il palco con tutte le autorita' presenti ho richiamato la sua attenzione, mi sono qualificato come semplice cittadino ed elettore dell'Ulivo ed ho espresso il mio disappunto per la farsa del tentativo di ratifica delle rogatorie tentata nel marzo 2001 allo scadere della legislatura. L'on. Castagnetti, in risposta alla mia garbata protesta, ha reagito rigirandosi immediatamente verso l'uscita della sala e dicendo che sarebbero molte altre le cose che non sono state fatte. A me non e' stato possibile replicare altro poiche' le autorita' presenti (penso sindaci vari dei comuni vicini visto che indossavano il tricolore) facevano quasi muro "a difesa" dell'onorevole. A me, si e' invece avvicinato il carabiniere che mi aveva invitato a desistere dalle mie intenzioni e spintonandomi verso l'uscita della sala consiliare e del Municipio ha iniziato a rimproverarmi di aver tradito la fiducia concessami per aver potuto accedere alla cerimonia pur non avendone i titoli. Ovviamente, queste affermazioni del carabiniere ed il suo spintonare, mi hanno molto irritato ed ho reagito, facendo grande fatica nel moderare le reazioni verbali e fisiche, subendo gli spintoni ed affermando ripetutamente che avevo solamente esercitato un mio diritto tutelato dall' art. 21 della Costituzione. Il carabiniere proseguiva nel rimproverarmi di aver approfittato della "gentile concessione" e davanti alla mia "resistenza" nel controbattere cio' che egli affermava, voleva che lo seguissi non so dove. A quel punto, sempre controllando le parole e le reazioni fisiche ai suoi spintoni, ho affermato che non avevo fatto nulla di male e che non era suo diritto pretendere che io lo seguissi. Essendo entrambi "alterati" a me non era possibile argomentare con freddezza le ragioni che mi avevano spinto nell'avvicinare l'onorevole ed ho detto solo che egli non sapeva chi fossi; a quel punto egli si e' qualificato come maresciallo della zona e mi ha chiesto un documento per identificarmi. Gli ho consegnato la carta di identita' e mi sono diretto verso il palco. Ho nuovamente incontrato padre Zanotelli ed ho a lui accennato "l'incidente" capitatomi con il maresciallo. Mentre ne parlavo con Zanotelli ho visto avvicinarsi il maresciallo. Trovandoci in prossimita' ed a fianco del palco, c'era ressa di persone in attesa della manifestazione; Mi sono avvicinato al maresciallo ed affermando che volevo andarmene, gli ho chiesto la carta di identita'. Non l'aveva con lui per cui mi ha detto di seguirlo per riottenerla. Mi ha accompagnato alla Uno di servizio parcheggiata ai bordi della piazza in cui era collocato il palco; avuto conferma dal CC seduto all'interno dell'auto della registrazione dei miei dati personali, mi ha consegnato il documento. Ricevuto il documento, per la gran rabbia che avevo dentro di me ho rinunciato ad ascoltare i vari interventi non avendo piu' lo stato d'animo giusto per ascoltare e mi sono diretto verso la mia Panda ed ho fatto ritorno a casa. Quanto mi e' accaduto so bene che e' "normale" che accada, perche' e' sempre accaduto che al cittadino semplice non e' permesso "disturbare" la quiete dei potenti. Ma poiche' sono un impertinente che esige il rispetto del diritto sancito dall'art. 21 della Costituzione, mai mi adeguero' a consigli simili a quelli del maresciallo ossequioso dell' Autorita'.

Commento a questo episodio accadutomi il 28-04-2002, fatto  il 30-03-03

Quel giorno non ho reagito come avrei voluto, ubbidendo al mio istinto e non alla ragione, a quel sopruso del maresciallo e ne sono contento; infatti se lo avessi fatto avrei creato una situazione pesante rovinando quell' atmosfera di festa e di "venerazione" e di commozione intensa che si respirava nell'aria e nella piazza per la presenza di un personaggio come il dott. Caponnetto. Vedere infatti una persona come lui, cosi' fragile per le precarie condizioni di salute (ricordo che il dott. Caponnetto alcuni mesi dopo e' morto), impegnarsi e sacrificarsi ancora per proseguire a dare un contributo alla difesa della legalita' incute il massimo rispetto. la massima considerazione per la persona e fa molto riflettere sulla gravita' della situazione attuale del Paese. E' stato solamente per non rovinare quel clima e quella atmosfera che ho accettato di subire la sopraffazione ingiusta del maresciallo, ma ho memorizzato quanto ho dovuto subire; cio' che mi e' accaduto quel giorno, sommato a quanto mi e' accaduto il 12-09-1994  mi da'  ulteriore la forza e "legittimazione" nel proseguire il lavoro iniziato nel 1994 ed arrivato alla nuova denuncia ripresentata  alla Corte di Giustizia di Strasburgo. L'arroganza dell'on.Castagnetti, e lo zelo indebito ed ingiusto del maresciallo per tutelare l'arroganza dell'onorevole non mi bloccano certo, anzi mi danno ancor piu' forza di quella che gia'  possiedo,  nel proseguire a dare il mio personale contributo nella difesa della legalita' e del diritto tutelato dall'art. 21 della Costituzione.

Ultima considerazione : dall'on. Castagnetti, poiche' mi ero qualificato anche come elettore dell'Ulivo, visti i dati oggettivi e disastrosi prodotti dall'Ulivo in termini di difesa della legalita' e di riforme della giustizia ed anche per questo quindi la conseguente e logica vittoria del Polo alle elezioni del 2001, mi sarei atteso un atteggiamento piu' umile e meno arrogante : invece no, tu semplice cittadino devi startene buono e zitto, devi solo riverenza al potente e devi lavorare sodo e se sei onesto a volte farti anche il c... per permettere a questa casta di intoccabili di continuare ad avere  privilegi , immunita' ed impunita';  per consolarti e per farti dimenticare che come persona e cittadino e non come suddito, sei titolare di diritti sacrosanti,  ci sono le reti televisive pubbliche e private che ti rincoglioniscono e ti imbecilliscono fino al punto di farti diventatare innocuo ed inoffesnsivo. Se ti azzardi e provi a far sentire la tua voce, c'e' il maresciallo zelante che provvede a tacitare ed eliminare il disturbo che arrechi. Quel 28-04-02 ho subito il sopruso dello zelante maresciallo ma da ora in avanti, come dimostro con tutto il lavoro di queste pagine WEB, ho deciso di dire basta anche all'arroganza del sig. Castagnetti.