Espresso (19.11.1998)tratto dall'archivio in Internet
Ora e sempre ineleggibili
LA LETTERA DEL COMITATO SYLOS LABINI A MANCINO E VIOLANTE
Paolo Sylos Labini, Alessandro Galante Garrone, Ettore Gallo, Paolo Flores
D'Arcais, Antonio Giolitti, Vito Laterza, Alessandro Pizzorusso, Giuseppe
Bozzi, Vittorio Cimiotta, Roberto Borrello, Carlo Vallauri, Aldo Visalberghi.
Ai presidenti di Camera e Senato.
Fin dal 1957 vige in Italia una legge, il dpr 30 marzo 1957, n. 361, testo
unico delle norme per la elezione della Camera dei deputati e del Senato, in
base alla quale (art. 10, comma 1) sono ineleggibili coloro che, in proprio
o in qualita' di rappresentanti legali di societa' o di imprese private
risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di
somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di
notevole entita'.
Il medesimo comma estende l'ineleggibilita' ai consulenti legali e
amministrativi che prestino in modo permanente l'opera loro alle persone,
societa' e imprese vincolate allo Stato nei modi di cui sopra.. La legge, di
esemplare chiarezza, dispone quindi l'ineleggibilita' anche di una pluralita'
di persone le quali, a cagione della loro particolare posizione di
concessionari verso lo Stato, in proprio o quali legali rappresentanti di
societa' private (ovvero di stretti collaboratori di esse), quali
indubbiamente sono quelle televisive, possono esercitare un'indebita
influenza sulla libera formazione della volonta' dell'elettore, incompatibile
con le regole del sistema democratico.
Queste pongono infatti tutti in condizioni di parita' al fine di garantire
sia la liberta' di voto del cittadino elettore (art. 48 della Costituzione)
sia l'accesso alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza (art. 51
della Costituzione), in modo che la vita democratica non sia influenzata da
chi detiene particolari posizioni di privilegio.
Nonostante la chiarezza di questo testo e' stata pervicacemente data dalle
Camere un'inaccettabile interpretazione formalistica, secondo la quale non
sono ineleggibili i proprietari (e i consulenti) di grandi gruppi televisivi
perche' la legge individuerebbe come causa ostativa unicamente l'essere
proprietari di imprese individuali o rappresentanti legali di societa' di
capitali, ma non il detenerne la maggioranza o il controllo del capitale.
I sottoscritti, consapevoli dell'ineludibile necessita' che la legge
sull'ineleggibilita' sia attuata, hanno promosso la presentazione, da parte
dell'on. Elio Veltri, di una proposta volta a introdurre un'ulteriore e
inequivoca ipotesi di ineleggibilita' di coloro che, sotto qualsiasi forma,
detengono direttamente o indirettamente il controllo delle grandi imprese
concessionarie dello Stato.
Da cio' l'appello che rivolgiamo ai signori Presidenti delle Camere affinche'
questa proposta non sia sacrificata sull'altare di una assai miope politica
ma, posta al riparo da astuzie interpretative, tatticismi parlamentari,
convenienze di parte, sia sottoposta sollecitamente all'esame delle assemblee
affinche' si apra nelle istituzioni e nel paese un vasto dibattito. Siamo
convinti che l'utilizzazione ai fini di parte delle moderne tecniche di
persuasione di massa costituisca un deficit di etica pubblica e di
deontologia democratica, una forma grave di degenerazione che puo' diventare
irrimediabile e isolare le istituzioni dalla coscienza del paese se, come e'
avvenuto nel recente passato, essa non dia vita alla reazione delle coscienze
oneste e al castigo e alla correzione.
Queste sono le motivazioni profonde del nostro appello, che non vuole essere
una lamentazione disperata ne' catastrofica, ma il richiamo forte e alto alla
riaffermazione dei principi etico-politici e delle idee guida di una societa'
liberaldemocratica, capaci di agire come direttrici sicure dei comportamenti
collettivi per preservare i valori fondanti della Repubblica.